di Sofia Fiorini


 

Qual è stata per te la spinta a iscriverti al Master, perché guardavi all’Europa come ad un’opportunità che avrebbe potuto fare al caso tuo?

Quando ho deciso di partecipare al Master, avevo già iniziato il mio percorso formativo all’Istituto universitario degli studi Europei di Bruxelles, dove seguivo un corso del commissariato europeo. Per cui per me il Master in Europrogettazione è stato un approfondimento ulteriore, coerente con il percorso di studi che stavo seguendo all’università.

Hai potuto applicare le competenze del master dopo l’esperienza a Bruxelles? È stato utile seguire i consigli dei professionisti?

Ho lavorato per tanto anni per l’Europa, con l’agenzia della commissione europea, finché poi ho deciso per ragioni personali di rientrare a Napoli e dovuto cambiare strada. Ma sicuramente il master è stato utile durante la mia permanenza a Bruxelles. Quando scrivevo per l’onorevole Martusciello, ho applicato le competenze di progettazione acquisite al master per alcuni nostri sostenitori, in merito a progettazione per bandi europei e campani.

Che cosa ci vuole per scrivere un progetto vincente? Il master è utile in questo senso?

Il master aiuta ad acquisire una visione del progetto, fa capire qual è l’atteggiamento giusto da assumere quando ci si trova davanti a un bando. Per scrivere un progetto vincente bisogna leggere bene la consegna, cercare gli obiettivi reali, e mantenere coerenza con l’obiettivo .

Cosa consiglieresti a chi vuole fare sul serio con i progetti europei?

Sicuramente consiglierei questo master, il mio feedback personale è stato al cento per cento positivo. Poi il mio interesse verso i progetti europei era talmente forte che ho voluto investirci ancora più tempo ed energie. Il mondo dell’europrogettazione è sconfinato, io ho fatto una specialistica di due anni a riguardo. É certo che chi vuole lavorare in questo ambito deve aggiornarsi continuamente, ma sicuramente il master ti dà una marcia in più. Ti agevola nell’apprendimento e soprattutto ti inserisce in un network di contatti per poter approfondire la tua esperienza anche una volta finito il corso.

Se dovessi definire i punti di forza di questo master, quali sarebbero?

A mio avviso è la classe docenti il grande punto di forza di questo master. Posso dirlo a maggior ragione dal momento che conosco l’ambito e studio il mondo dei progetti europei da tempo. Ci ho dedicato due anni della mia formazione e conoscendo questo mondo posso dire che tutti i docenti sono davvero qualificati, oltre ad essere molto efficaci per chi vuole imparare. Tra i vari ricordo Bruno Mola, per me è l’esempio di come deve essere un grande professore. É stata sicuramente un’esperienza utile e piacevole, che mi ha dato la possibilità di lavorare con persone che non conoscevo, che è sempre un fattore positivo di crescita per chi impara.

Secondo te, cosa possono fare le Istituzioni Europee per chi lavora nel campo della cultura, del sociale, dell’innovazione. Ci sono risorse?

Piuttosto che risorse, direi che serve più informazione. Una rete di networking per i ragazzi che si approcciano al settore, una rete di diffusione di informazioni. È inutile preoccuparsi di stanziare risorse ulteriori se non si dà a tutti la possibilità di conoscere quelle che già sono a disposizione.

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