di Arianna Ioli


 

A: Iniziamo dalle domande fondamentali: ti piace il tuo lavoro? E insegnarlo a chi vuole imparare? Una bella responsabilità essere d’esempio.

R: Ciao Arianna * prima di tutto ti ringrazio per questa intervista e per avermi coinvolta come docente nel progetto di Master in Social Media e Digital Marketing. Rispondo subito in maniera diretta e probabilmente scontata alla tua prima domanda: io amo il mio lavoro. Presumo che il mio percorso professionale sia stato scelto per me dal mio carattere, sono una persona estroversa ed espansiva, amo il contatto con il pubblico oltre che relazionarmi con le persone dal vivo e online. Ho iniziato ad insegnare la mia professione 4 anni fa, e ho scoperto che amo farlo perché a trascinarmi sono sempre la passione e l’entusiasmo per la materia oltre che un pubblico curioso, interessato e motivato. Essere d’esempio è una bella responsabilità ed è proprio per questo che in aula porto con me la mia esperienza, casi studio e situazioni complicate alle quali ho trovato soluzione.

A: Fare formazione non è così scontato in un ambito in cui tutti pensano di saperne abbastanza! Quanto servono competenze e basi solide per poter lavorare come professionisti?

R: Assolutamente Arianna, non è per nulla scontato. Fare formazione comporta oltre che avere esperienza e competenze, delle buone doti esplicative. Per lavorare come professionisti, soprattutto in questo settore in continua evoluzione, credo sia necessario uno studio quotidiano e tanta pratica. Solo con un regolare allenamento, un’attitudine positiva verso la materia e una buona dose di ambizione si possono raggiungere dei risultati soddisfacenti. Secondo la mia opinione è più importante il percorso di crescita che l’arrivo.

A: Pensi che sia un mondo per i giovani? A quali condizioni?

R: È un mondo fatto principalmente per i giovani. Le condizioni sono due: serietà e consapevolezza. Al giorno d’oggi noto che la massima ambizione di tanti adolescenti sia quella di diventare Influencer o Youtuber: pensano al numero di follower, ai regali ricevuti o al free pass per l’evento del momento omettendo lo studio, la cosa a parer mio più importante. Non si vive di regali, gadget o follower o per lo meno non sono il giusto punto di partenza per intraprendere una vera professione.

A: Si sente tanto parlare di Digital Transformation ma in Italia, a parte qualche eccezione, siamo davvero ancora all’inizio. È vero che aziende, organizzazioni, insomma chi non si adegua resterà inesorabilmente indietro o è una visione catastrofica?

R: Sinceramente penso sia più catastrofico essere online in maniera scorretta, tanto per esserci, che non essere presenti. Deve essere chiaro nella mente di chi gestisce un’azienda o un’organizzazione che la Digital Transformation non è un passatempo o un lavoro complementare di chi si occupa (ad esempio) di accoglienza, ma un bell’investimento a medio e lungo termine. Tempo, risorse, contenuti e materiali, testi, campagne pubblicitarie, analisi, strategia, assistenza (etc.) hanno un costo. Farlo per un breve periodo, senza identificare dei veri e propri obbiettivi, senza misurare dei risultati e tanto per poter affermare “l’ho fatto anche io” equivale a fare non uno ma almeno 10 passi indietro più una grande dose di rischio di far male o lasciare il progetto incompiuto.

A: E anche in questo caso, si parla di serietà, consapevolezza e una buona dose di approfondimento, se non fraintendo, tuttavia “Digital is in the air” come si legge all’aeroporto di Torino! Qualche consiglio per seguire questo buon vento?

R: Il mio consiglio è quello di identificare, prima di tutto l’obbiettivo, non improvvisare ma pianificare e trasformare. In poche parole adattarsi al cambiamento. All’aeroporto di Torino hanno pensato di progettare una rete non spettacolarizzata da schermi o apparecchiature elettroniche per connettere i vari player che operano all’interno della struttura. L’innovazione rientra nelle categorie dei big-data della IOT e della User Experience. È quest’ultima, la UX che insieme al Conversational Marketing e il Gaming, che presumo siano aspetti da approfondire in questi ultimi anni non necessariamente con delle opere visibili al pubblico. Immagino che l’esperienza dell’utente, in questo caso consista nel poter usufruire di una linea wi-fi funzionante o magari quella di velocizzare un’attesa in fila. Io che sono un’amante dei viaggi in aereo dovrei testare questo “nuovo” aeroporto.

A: Prossima meta Torino Caselle allora, peccato che il più delle volte, sia più comodo il treno per raggiungere il capoluogo piemontese! Ultima domanda per te: mi piacerebbe conoscere un progetto d’innovazione che ti è particolarmente piaciuto o una città che sta lavorando bene in tal senso.

R: Un progetto innovativo, di cui ho sentito parlare e che mi è piaciuto particolarmente, è l’inaugurazione di Casa Siemens a Milano. La nuova sede milanese è la realizzazione di un progetto di riqualificazione della città. Casa Siemens è composta da due Green Building di prima categoria in classe A e realizzato secondo il protocollo Leed Gold. Quindi, smart working e spazi di lavoro affiancati da diversi luoghi d’incontro come una palestra e un nuovo impianto sportivo, negozi, il servizio di bike sharing e un’area verde e una dedicata alla realizzazione di un orto.

 

*Ndr Arianna sono io! Direttrice e Content Curator di Europa Innovation Business School!. L’intervista è stato un piacevole scambio con la fantastica Roberta Pinna e ho deciso di lasciare il tono informale e allegro, così com’è!

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