di Sofia Fiorini


Da Esperto di Local Search e SEO a docente di Social Media e Digital Marketing, com’è stato il tuo cammino verso il mondo del digital?

Il centro della mia attività e il suo primo interesse riguarda l’utilizzo e la logica dei motori di ricerca, che sono molto importanti per avere risposte alle domande che ci poniamo. Provengo da una lunga storia di search marketing, che mi ha portato poi nel tempo ad avvicinarmi per necessità al mondo del social e delle sue regole, oltre che del digital marketing in generale, perché non tutto è legato ai motori di ricerca. I motori di ricerca sono solo uno (seppur molto importante) dei tanti touch point tra azienda e potenziali clienti di cui bisogna tenere conto. Ed è un elemento importante da tenere in considerazione per chi vuole restare aggiornato in formazione. Ed è di questo che mi occupo principalmente anche come docente del master Social media e Digital marketing.

Com’è insegnare al master Social Media e Digital Marketing? Che tipo di gente incontri?

Di solito ci sono persone che si stanno approcciando al mondo digitale e vogliono cominciare a sfruttarlo adeguatamente a scopi lavorativi. Decisamente un’esperienza stimolante.

Ti piace il tuo lavoro? E raccontarlo a chi vorrebbe lavorare nel Digital Marketing?

Decisamente sì. Fra l’altro è un settore a forte crescita e di esperti in questo campo c’è davvero tanta richiesta, perché siamo ancora in pochi. Poi c’è un alto tasso di varietà di figure richieste, perché il digital marketing ha una gamma di applicazioni professionali altissima. Dalle più tecniche – quelle che sanno colloquiare con le macchine e che, sebbene siano invisibili, sono fondamentali, perché propedeutiche a tutto il resto – alle più creative, è un mondo che pullula di possibilità occupazionali.

E le possibilità si moltiplicano ulteriormente se si pensa che ogni aspetto può essere verticalizzato e approfondito. Per esempio, il progetto a cui mi sto dedicando ormai da alcuni anni è quello della local strategy (https://www.localstrategy.it), primo progetto verticale in Italia che aiuta a gestire in modo semplice la propria presenza come azienda sulle mappe virtuali (prima tra tutti Google My business), semplificando processi interni come la gestione dei dati.

È importante acquisire competenze e basi solide in un ambito, come questo, dove molto si dà per scontato? Quanto bisogna imparare e studiare? E a chi ci si affida per aggiornarsi?

È importantissimo studiare tanto e sempre, non bisogna fermarsi mai. Seguire dei corsi strutturati, soprattutto all’inizio, aiuta ad avere basi solide e a seguire una linea definita. Ma anche una volta che si sono acquisite le competenze di base, bisogna restare costantemente aggiornati sul campo.

D’altra parte la scelta, nel caso si decida di partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, non è sempre facile, vista l’abbondanza di proposte. Un buon metodo per scegliere un corso di qualità è sicuramente controllare i nomi e i cv dei docenti. Si tratta di professionisti del settore con esperienza? O il loro bagaglio comprende solo la formazione? I migliori consigli vengono poi da chi ha frequentato gli stessi corsi in precedenza e può dare informazioni per esperienza.

Pensi che sia un mondo per i giovani? A quali condizioni?

Non è di certo un percorso facile quello di chi decide di aprirsi spazi in questo settore, ma certamente dà molte soddisfazioni. Gli spazi aperti oggi e ancor più per il futuro ci sono, e sono notevoli. Bisogna provare a raggiungerli, dandosi da fare. È un settore in cui non ci si può permettere di stare fermi, bisogna saper stare al passo con le novità, ed è a questo che servono master professionali come quello di Europa Innovation Business School. A chi si affaccia a questo settore da neofita consiglio di fare dei test su piccoli o piccolissimi progetti, ad esempio aprire e gestire, anche in modo gratuito, piccoli siti per tempi limitatissimi e mettersi alla prova con quelli. Non è altro che un esperimento su sé stessi per capire se il digital fa per voi, e se è la strada giusta. Aiuta a confrontarsi col tipo di lavoro particolare che è il digital marketing, che spesso è più impegnativo di quanto non si creda.

È vero che aziende, organizzazioni, insomma chi non si adegua resterà inesorabilmente indietro, o è una visione catastrofica?

Si è vero, chi non sta al passo con il digital è sicuramente svantaggiato. In più da noi si aggiunge il problema della particolarità della situazione italiana, composta da piccole aziende, che non riescono a mettere a sistema l’innovazione. Per le nostre aziende, la direzione da prendere da ora in poi è creare al loro interno una sezione dedicata alle innovazioni, che favorisca la formazione continua e lasci spazio a nuove attività. Da questo punto di vista, moltissimi devono reinventarsi. Capita spesso che in alcuni ambiti siano più avanti, aggiornati, consapevoli i clienti che non gli imprenditori.

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